Galadriel

Tolkien e le sue opere “religiose”

Ispirazioni religiose di Tolkien

Se le vicende della trilogia potrebbero essere riassunte dagli ultimi due versi del Padre Nostro, il sugo di tutta la storia può essere espresso citando la conclusione della liturgia della parola della Messa in onore di S.Agnese – 21 gennaio – che recita: “O Dio onnipotente ed eterno (che) scegli le creature più miti e più deboli per confondere la potenza del mondo“. In questa frase è racchiuso il messaggio di Tolkien: la fiducia illimitata nel Dio cattolico e nel Suo progetto sulla storia, l’esaltazione degli umili, la “follia” che, come esclama Gandalf durante il consiglio di Elrond, sarà “il manto agli occhi del nemico” così da confondere la potenza del mondo. Parole simili, queste ultime, a quelle contenute nel Magnificat: “ha esaltato l’umiltà della Sua serva… ha rovesciato i potenti dai troni… ha innalzato gli umili”.

(Enrico Leonardi,Cultura Cattolica)

«La bella devozione a nostra Signora – scriveva a uno dei figli nel marzo 1941 – fu il modo col quale Dio raffinò in grande misura la rozzezza della nostra natura maschile e anche diede calore e colore alla nostra rude e amara religione». E in un’altra lettera dei 25 ottobre 1958 : «cose molte più grandi possono dare colore ad una mente quando si occupa dei particolari di una fiaba», riferendosi tra gli altri esempi al personaggio di Galadriel e alla devozione cattolica verso Maria. Il 25 gennaio 1971, scriveva ancora: «Credo che sia vero che questo personaggio (Galadriel) debba molto all’insegnamento cristiano e cattolico su Maria … ».

«Su nostra Signora si basa tutta la mia piccola percezione di bellezza sia come maestà sia come semplicità» (2 dicembre 1953).

Tantissimi altri scrittori hanno cercato l’ispirazione in altri libri, identificandosi in tali storie o magari per un caso fortuito, come per “Le Cronache di Narnia:

« Quando Walter Hooper chiese a Clive Staples Lewis dove avesse trovato la parola ‘Narnia’, Lewis gli mostrò il Murrey’s Small Classical Atlas a cura di G.B. Grundy (1904), che aveva acquistato quando stava leggendo i classici con Mr. Kirkpatrick a Great Bookham [1914-1917]. Sulla tavola 8 dell’atlante c’è una mappa dell’antica Italia. Lewis aveva sottolineato il nome di una cittadina chiamata Narnia, semplicemente perché gli piaceva il suono del nome. Narnia — o ‘Narni’ in italiano — è in Umbria, a metà strada tra Roma e Assisi”. »

Tolkien in una lettera fa evidente riferimento alle disavventure del Portatore dell’Anello, sottolineando il suo personale punto di vista: quando siamo soggiogati da particolari prove, un aiuto viene sempre dall’Alto, ed il più sventurato trova misericordia: “Io utilizzo molto il Magnificat – scriveva al figlio Christoper l’8 gennaio 1944 -; anche le Litanie di Loreto (con la preghiera Sub tuum praesidium). Se li sai a memoria, mai starai a corto di parole di gioia…”.Il Sub tuum praesidium, sotto il tuo patrocinio…, è la più antica preghiera a Maria: risale al III o IV secolo. Da allora, siffatta preghiera non si è mai inaridita: la Misericordia non scende forse nel vivo delle nostre sventure?

Rappresentazioni del regno dei Cieli, Valinor e Lòrien?

Tra mistero e realtà! 

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