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Brego e Hasufel non ci sono più

Ricordi di Viggo Mortensen in una intervista all’emittente NME; l’attore che ha interpretato Aragorn nella Trilogia de “Il Signore degli Anelli”, racconta dei suoi cavalli Brego e Hasufel (i cui nomi erano Uraeus e Kenny), che non ci sono più.

I pericoli di una vita mortale non si applicano solo all’amore tra un Elfo e un Dúnedain, ma anche ad un attore e ai suoi cavalli.

E così, Brego e Hasufel non ci sono più. Questa non è in realtà una notizia del tutto nuova, quella che Mortensen sta condividendo: Uraeus (Brego il cavallo co-star di Viggo Mortensen/Aragorn) è passato nel 2015.

Parlando del suo recente debutto alla regia di “Falling” e della sua carriera nell’intervista a NME – e discutendo di scene che non sono nemmeno entrate nelle edizioni estese dell’amata trilogia de “Il Signore degli Anelli” – anche l’attore Viggo Mortensen, che interpretava Aragorn, ha brevemente accennato agli amici equini con i quali ha lavorato sul set della saga.

Viggo Mortensen si innamorò così tanto dei cavalli che cavalcava in “Le due torri” e “Il ritorno del Re”, Uraeus e Kenny – che interpretavano rispettivamente i destrieri di Aragorn, Brego e Hasufel – che li acquistò dopo che le riprese furono completate, così come Florian, il bianco Stallone andaluso che interpretava il cavallo di Arwen Asfaloth ne “La Compagnia dell’Anello”:

Ahimè, a un certo punto dobbiamo tutti passare all’Ovest, cavalli compresi. “In realtà c’erano tre cavalli che ho comprato, erano in vendita una volta terminati i film. C’erano i due che avevo cavalcato ma ho anche comprato il cavallo bianco che Arwen cavalca in “La Compagnia dell’Anello” quando viene inseguita attraverso la foresta dai Cavalieri Oscuri. La persona che ha girato quel pezzo spettacolare in cui Arwen fugge a cavallo è stata una stuntwoman con cui ho finito per diventare amico. Sapevo quanto le piaceva quel cavallo, quindi gliel’ho comprato. Quel cavallo è ancora in circolazione, ma gli altri due sono morti. Avevano già una certa età quando giravamo e sono passati 20 anni “.

Viggo Mortensen intervistato alla NME

Per quanto riguarda quella scena non inclusa nemmeno nelle edizioni estese della serie di film di Peter Jackson, Mortensen l’ha descritta come un ricordo.

Era una scena tratta dai giorni del corteggiamento quando Aragorn ha incontrato per la prima volta Arwen – e l’abbiamo girato appena prima di prenderci una pausa, quindi ero ben rasato e carino. Avevano cercato di farmi sembrare il più giovane possibile. Avevo capelli diversi ed ero vestito come un elfo. Era una scena del libro in cui stanno camminando in questo prato fiorito. Era una bellissima sequenza ma ovviamente non era necessaria per il film. Non l’ho mai visto, ma mi è piaciuto girare quella scena.

Viggo Mortensen intervistato alla NME

Fonte: Gizmodo

1 Maggio 3019 T.E. : L’incoronazione di Re Aragorn

Dopo la sconfitta di Sauron a Barad-dûr (avvenuta il 25 Marzo 3019), l’esercito capitanato da Aragorn si preparava a ritornare finalmente nelle mura di Minas Tirith. Le cronache del capitolo “Il Campo di Cormallen” riportano come alcuni soldati avevano dovuto lottare molto contro gli ultimi Esterling e Sudroni, prima di riuscire a sconfiggerli del tutto. Per ultimi arrivarono quelli che si erano diretti a Mordor col compito di distruggere le fortezze settentrionali del paese, basi usate dal nemico per tutto il suo lungo dominio. All’avvicinarsi del mese di Maggio e più precisamente la vigilia, il Re avrebbe varcato i cancelli della Città degli Uomini di Gondor al sorgere del Sole.

Faramir si incontrò con Aragorn al centro dello spiazzo […] e parlò con voce chiara: “Uomini di Gondor! Mirate! È finalmente giunto colui che rivendica il titolo di Re! Ecco Aragorn figlio di Arathorn, capo dei Dúnedain di Arnor, […] figlio d’Isildur, figlio di Elendil di Númenor. Volete che egli sia Re ed entri nella Città e vi dimori?”. E tutto l’esercito e l’intera popolazione gridarono , all’unisono.

Le guardie si fecero avanti, e Faramir aprì una cassetta di lebethron (1) nero con rifiniture d’argento, e mostrò un’antica corona. La forma era quella degli elmi delle Guardie della Cittadella, ma era più alta e interamente bianca, e le ali sui lati erano fatte di perle e di argento, simili alle ali dei gabbiani, poiché era l’emblema di re venuti dal Mare; e le sette gemme di diamante erano incastonate nella corona, e in centro brillava un’unica pietra la cui luce avvampava come fiamma.

Allora Aragorn prese la corona e la tenne in alto, e disse: “Et Eärello Endorenna utúlien. Sinome maruvan ar Hildinyar tenn’ Ambra-metta!” (2)

Allora molti si stupirono perché Aragorn non pose sul proprio capo la corona, ma la restituì a Faramir dicendo: “È grazie all’opera e al valore di molti che sono giunto in possesso della mia eredità. In pegno di riconoscenza vorrei che il Portatore dell’Anello recasse a me la corona, e che Mithrandir la ponesse sul mio capo, se accetta; perché è stato lui il fautore di tutto ciò che è stato compiuto, e questa vittoria è sua”.

Allora Frodo […] prese la corona dalle mani di Faramir e la porse a Gandalf: e Aragorn s’inginocchiò, e Gandalf posò sul suo capo la Bianca Corona e disse: “Vengano ora i giorni del Re, e siano benedetti finché dureranno i troni dei Valar!”

Dipinto di Denis Gordeev, artista e disegnatore russo

(1) Il Lebethron è un albero che fornisce un legno scuro, utilizzato a Gondor. Con esso sono fabbricati i due bordoni che Faramir dona a Frodo e a Sam e la cassetta contenente la corona con cui Aragorn venne incoronato Re di Gondor. La gente di Gondor crede che questo legno abbia la virtù di trovare e ritornare, quindi il dono fatto da Faramir agli Hobbit acquisisce anche un valore simbolico di buon auspicio. Fonte: Tolkenpedia.

(2) Erano le parole pronunciate da Elendil giunto dal Mare sulle ali del vento: “Giungo dal Grande Mare nella Terra di Mezzo. Sarà questa la mia dimora e quella dei miei eredi sino alla fine del mondo”

Tratto dal romanzo scritto da J.R.R. Tolkien “Il Signore degli Anelli” – “Il Ritorno del Re”, cap. “Il Sovraintendente e il Re”, pagg. 1043-1044 e Appendice B, Il calcolo degli Anni, pag. 1183. Edizione Bompiani Vintage 2011 – Traduzione di Vicky Alliata di Villafranca

Lunga vita ai Mezzuomini! Grandi onori ai Portatori dell’Anello – 8 Aprile Anno 3019

I giorni principali dopo caduta di Barad-Dûr (25 Marzo 3019), fino alla fine della Terza Era sono lo scenario post-distruzione di Sauron, quando l’Ombra scomparve definitivamente e i superstiti del suo esercito settentrionale furono spinti ad Est, non turbando mai più la Valle. Re Elessar venne incoronato Re dell’Ovest ed i reami rimasero amici di Gondor, vivendo sotto la corona e la protezione di Minas Tirith.

“Quando furono lavati e vestiti ed ebbero consumato un leggero pasto, gli Hobbit seguirono Gandalf. Lasciato il boschetto di betulle dove avevano dormito, percorsero un lungo prato verde. […] Giunti alla radura furono sorpresi di vedere guerrieri in brillanti armature e alle guardie vestite di nero e argento salutarli con deferenza al loro passaggio. Poi squillò una tromba ed essi avanzarono. […] E quando gli Hobbit si avvicinarono, vennero sguainate le spade e agitate le lance, mantre squillavano corni e trombe, e molte voci gridavano in molte lingue:”

“Lunga vita ai Mezzuomini! Onorateli con grandi onori! Cuio i Pheriain Annan! Aglar’ ni Pheriannath! Onorateli con grandi onori, Frodo e Samwise! Daur a Berhael, Conin en Annûn! Eglerio! Onorateli! Eglerio! A laita te, laita te! Andare laituvalmet! Onorateli! Cormacolindor, a laita tárienna! Onorateli! I portatori dell’Anello, onorateli con grandi onori!”

Tolman Cotton

Poi, con enorme stupore e confusione di Sam, egli [Elessar] si genufletté innanzi a loro; poi prendendoli per mano, Frodo a destra e Sam a sinistra, li condusse fino al trono, e dopo averli fatti sedere si voltò verso gli uomini e i capitani e parlò con voce potente per essere udito da tutto l’esercito, e disse:

“Onorateli con grandi onori!”

Tratto da “Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re” – Capitolo IV, Il Campo di Cormallen, pag. 1028-1029 – Edizione Bompiani Vintage – Traduzione Vicky Alliata di Villafranca.