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La Coppa di Nestore e la sua iscrizione

LA โ€œCOPPA DI NESTOREโ€ E LA SUA ISCRIZIONE

โฑ 3โ€ฒ di lettura

Iscrizione rinvenuta sulla Coppa di Nestore

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hแฝธฯ‚ ฮดโ€™แผ‚ฮฝ ฯ„ฮฟฮดฮต ฯ€แฝทฮตฯƒฮน: ฯ€ฮฟฯ„ฮตฯแฝถ[ฮฟ], ฮฑแฝฯ„แฝทฮบฮฑ ฮบฮตฮฝฮฟฮฝ

hแฝทฮผฮตฯฮฟฯ‚ hฮฑฮนฯแฝณฯƒฮตฮน: ฮบฮฑฮปฮปฮนฯƒฯ„ฮต[ฯ†แฝฑฮฝ]ฮฟ: แผˆฯ†ฯฮฟฮดแฝทฯ„ฮตฯ‚.

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Tra le numerose conquiste che il mondo greco ha raggiunto e ci ha tramandato, un posto di assoluta rilevanza spetta alla scrittura. I Greci recepirono la scrittura di tipo alfabetico dai Fenici, adattarono il sistema alle caratteristiche della propria lingua, arricchendolo, rielaborandolo ed infine diffondendolo sin nel lontano Occidente, che nel frattempo stavano arditamente colonizzando. Grande importanza nella storia dellโ€™alfabeto e della sua diffusione รจ rivestita dalle genti che abitavano lโ€™isola di Eubea, i Calcidesi e gli Eretriesi. Essi, audaci navigatori, per primi si spinsero verso le coste italiche fondando proprio ad Ischia quella che viene considerata la prima colonia greca occidentale: Pithekoussai, giร  nella prima metร  dellโ€™VIII sec. a.C. Proprio qui รจ stato rinvenuto questo insigne reperto che ci riporta alle radici della nostra civiltร .

Si tratta di una Kotyle tardogeometrica, ossia una particolare forma potoria di coppa che i greci utilizzavano per bere durante il simposio. Essa รจ di manifattura rodia ed รจ stata importata a Pithekoussai dove ha ricevuto la famosa iscrizione graffita che reca i segni caratteristici dellโ€™alfabeto euboico. Probabilmente essa risale al lasso di tempo 735-720 a.C. La coppa fu portata alla luce nellโ€™ottobre del 1954 dallโ€™archeologo di origine tedesca Giorgio Buchner e proviene da una tomba a cremazione di un ragazzo di 10-14 anni. Questa scoperta si rivelรฒ eccezionale sotto molti punti di vista e contribuรฌ a gettare luce sulla fase piรน antica della colonizzazione greca e sulla storia arcaica in generale. In primo luogo dobbiamo osservare che la c.d. โ€œcoppa di Nestoreโ€ faceva parte di un corredo piรน ampio che comprendeva, tra gli altri reperti: crateri euboci, crateri locali, oinochoai, skyphoi, una fibula di argento con arco serpeggiante e una serie di preziosi aryballoi protocorinzi. Un corredo molto ricco che costituisce una eccezione rispetto agli altri, pur generosi, rinvenuti nella necropoli di San Montano. Ma non finisce qui. Questo corredo rappresenta un โ€œkitโ€ completo da simposio, pratica riservati ai maschi adulti, da cui erano esclusi i ragazzi di cosรฌ giovane etร , quindi questi oggetti non sono stati realmente usati dal fanciullo. Si ritiene che la sua famiglia, occupante certamente una posizione elevata nella gerarchia sociale della nascente colonia di Pithekoussai, abbia voluto esibire il proprio status e ricompensare il povero fanciullo donandogli tutta una serie di oggetti che potessero essergli utili nella sua vita ultraterrena, in una sorta di simposio nellโ€™aldilร .

Ma lโ€™aspetto che ha reso questo reperto celeberrimo in tutto il mondo รจ la sua iscrizione. Essa, ad oggi, รจ considerata la piรน antica attestazione di scrittura alfabetica in lingua greca. Il testo consiste in tre versi di carattere epicheggiante (il secondo e il terzo rigo dei perfetti esametri, il metro usato per lโ€™epica omerica). Infatti in esso รจ citato il saggio re della sabbiosa Pilo cantato nellโ€™Iliade, il quale possedeva una meravigliosa coppa. Lโ€™iscrizione, in alfabeto euboico, รจ retrograda, ossia si legge destra verso sinistra. Da quando questo testo รจ stato pubblicato per la prima volta, nel 1955, molti insigni grecisti hanno proposto vare interpretazioni, ma la soluzione continua a rimanere incerta. Qui si vuole proporre una possibile traduzione:

โ€œLa coppa di Nestoreโ€ฆera buona a bersi;

ma chi beva da questa coppa, subito quello sarร  preso

dal desiderio di amore per Afrodite, dalla bella corona.โ€

Come si puรฒ notare nel primo verso lโ€™iscrizione presenta una lacuna ed a seconda della sua integrazione possiamo avere una sfumatura di significato diversa. Le possibilitร  interpretative sono sostanzialmente due. Una prima tesi vuole che Nestore sia il proprietario della coppa. In questo caso lโ€™integrazione da fare sarebbe quella del verbo essere: โ€œIo sono la coppa di Nestoreโ€ฆโ€ Il Nestore della coppa sarebbe dunque un omonimo del re di Pilo ed avrebbe giocato su questa omonimia nel comporre lโ€™epigramma. Lโ€™altra possibilitร  vuole che venga fatto dal proprietario dellโ€™oggetto un confronto, una sorta di sfida, tra la sua coppa pithecusana e quella omerica di Nestore. Quindi lโ€™anonimo autore dellโ€™iscrizione vuole dirci che la sua coppa ha su quella ben piรน celebre di Nestore una vantaggio: quello dโ€™ispirare desiderio dโ€™amore in chi ne beva. Comunque stiano le cose, di grande interesse รจ lโ€™allusione a Nestore. Essa dimostra che il testo omerico, o almeno la tradizione che lo ispirรฒ, era giร  nota nellโ€™VII sec. a.C. nel mondo greco dโ€™Occidente. Ci testimonia di un uso colto della scrittura giร  in epoca cosรฌ arcaica; inoltre testimonia come i pithecusani avessero giร  familiaritร  con questo nuovo strumento comunicativo e di come esso fosse diffuso nelle sfere alte della societร , ossia tra gli aristocratici che partecipavano al simposio. Dobbiamo immaginare che proprio in occasione di uno essi il proprietario abbia inciso e declamato questi suoi versi, mentre inebriati dal vino, i suoi simposiasti lo ascoltavano divertiti e si lasciavano prendere da Afrodite. Un reperto straordinario che ci fornisce una straordinariamente vivida istantanea di un mondo lontano nel tempo, in cui Eros e Thanatos si intrecciano in uno straordinario racconto che รจ quello delle origini della nostra civiltร  occidentale.

a cura di Francesco Lamonaca

La Coppa di Nestore (datazione 735-720 a.C.)