“Quello è Ombromanto, il capo dei Mearas, principi dei cavalli, e nemmeno Théoden, Re di Rohan, conobbe mai un destriero così bello. Miratelo scintillare come argento, e galoppare liscio come un fiume che scorre veloce! Viene per me: è il cavallo del Cavaliere Bianco. Combatteremo insieme”.
Mentre il vecchio stregone parlava, il grande destriero salì di volata il lungo pendio innanzi a loro; il suo manto brillava e la criniera ondeggiava al vento veloce. Gli altri due lo seguivano, ma alquanto lontani. Non appena Ombromanto scorse Gandalf, rallentò l’andatura e nitrì con voce potente; poi, dopo un breve tratto, curvò la fiera testa e strofinò le grandi narici contro il collo del vecchio stregone.
Gandalf lo accarezzò.
“Siamo assai distanti da Gran Burrone, amico mio”, disse; “ma tu sei saggio e veloce e arrivi nel momento del bisogno. Galoppiamo ora via insieme, senza più separarci in questo mondo!”.
John Ronald Reuel Tolkien, passi tratti da “Il Signore degli Anelli”, Le due Torri, cap. V, “Il Cavaliere Bianco”