Gli Ucorni erano gli “Alberi” che si recarono alla battaglia del Trombatorrione ed intrappolarono gli Orchi.
Il nome (nel testo originale Huorns) è indubbiamente Sindarin, poiché contiene l’elemento orn, “albero”.
Meriadoc ne “Le Due Torri” dice:
“Hanno ancora la voce, e sanno parlare con gli Ent – è per questo motivo che gli chiamano Ucorni, mi ha detto Barba
J.R.R. Tolkien, Racconti Incompiuti, Indice dei Nomi, pag. 604
Molto probabilmente risalgono ai tempi della grande foresta di Arda. Per certi aspetti (come il possesso di una volontà, la capacità di parola, la possibilità di muoversi ed attaccare) sono vicini agli Ent, ma contrariamente a questi tendono a condurre un’esistenza molto simile a quella degli alberi “normali”.
Solitamente si ergono immobili nelle profondità delle foreste (come nel caso di Fangorn e della Vecchia Foresta) e tendono a sviluppare una volontà malvagia ed oscura che tuttavia i Pastori degli Alberi riescono in qualche modo a frenare. Odiano gli Orchetti e non esitano a farli a pezzi, come qualsiasi cosa che percepiscano come una minaccia.
Potenzialmente pericolosi
Se vengono colti dall’ira oppure guidati dagli Ent (che sono propriamente “Pastori di Alberi”), gli Ucorni possono attaccare oppure muoversi a grande velocità avvolti in inquietanti nebbie ed ombre mistiche. Ne Il Signore degli Anelli è determinante il loro contributo nell’Attacco degli Ent a Isengard guidato da Barbalbero e nell’uccisione di molti Orchi nella Battaglia del Fosso di Helm.
Il più conosciuto tra gli Ucorni è il Vecchio Uomo Salice, che vive nella Vecchia Foresta lungo le sponde del Sinuosalice.
Vecchio Uomo Salice, albero con poteri magici
Il Vecchio Uomo Salice dimora nella Vecchia Foresta, al confine est della Contea, lungo le sponde del Sinuosalice (Withywindle). Quasi tutta la Vecchia Foresta è sotto il suo vigile controllo, sotto l’influenza della sua volontà. Ha potere sui venti e trae energia dalla terra attraverso le sue profondissime radici. Per mezzo di un potente sortilegio, una melodia incantatrice appena udibile nel delicato fruscio delle foglie al vento, è in grado di indurre al sonno le malcapitate vittime, il cui destino è quello di scomparire inglobate nel suo tronco. L’unico con il potere sufficiente ad opporglisi è Tom Bombadil, il Messere della Foresta.
Oltre che nel primo libro della trilogia de Il Signore degli Anelli, compare anche nella poesia intitolata “Le Avventure di Tom Bombadil” (The adventures of Tom Bombadil).
Fonte: Tolkienpedia