Orchi è il nome dato a questo popolo malefico dalle altre genti, adottato in origine dai Rohirrim. In Sindarin il nome era orch, indubbiamente imparentato con il termine uruk nel Linguaggio Nero, benché questo venisse di solito esclusivamente applicato ai grossi Orchi soldati provenienti da Mordor e da Isengard. Le altre razze venivano chiamate, specialmente dagli Uruk-hai, snaga, «schiavi».
Gli Orchi furono inizialmente allevati nei Tempi Remoti dall’Oscuro Potere. Pare che non avessero un loro linguaggio, ma che s’impadronissero di un gran numero di vocaboli degli altri idiomi, manipolandoli a modo loro; eppure non riuscivano a creare che dialetti brutali, appena sufficienti a esprimere ciò che era loro necessario, cioè maledizioni e bestemmie. Questi esseri pieni di malvagità, che odiavano persino i loro simili, svilupparono velocemente un numero tanto vasto di barbari dialetti quanto numerosi erano i loro vari gruppi e accampamenti, rendendo così estremamente difficile la comunicazione fra i membri delle diverse tribù.
Fu così che durante la Terza Era gli Orchi incominciarono a usare la lingua Ovestron che permetteva alle varie tribù di comunicare fra loro; inoltre molti dei gruppi più antichi, come quelli che dimoravano nel Nord e nelle Montagne Nebbiose, usavano da tempo l’Ovestron come propria lingua, ma in un modo tale da farlo diventare brutto e sgradevole quasi quanto i dialetti delle tribù. In questo idioma, tark, «uomo di Gondor», era una forma accorciata di tarkil, un termine Quenya per indicare in Ovestron chi fosse di discendenza numenoreana.
Si dice che il Linguaggio Nero fosse stato elaborato da Sauron durante gli Anni Oscuri e che egli desiderasse farne la lingua di tutti coloro che lo servivano, fallendo però nel suo intente. Dal Linguaggio Nero derivarono comunque molte parole di uso frequente, e assai diffuse fra gli Orchi, come ghâsh, «fuoco», ma dopo la prima sconfitta di Sauron tale idioma nella sua forma originaria venne dimenticato da tutti, eccetto che dai Nazgûl. Quando Sauron risorse, esso tornò ad essere il linguaggio di Barad-dûr e dei capitani di Mordor. L’iscrizione sull’Anello era nell’antico Linguaggio Nero, mentre le maledizioni dell’Orco di Mordor nelle Due Torri erano pronunciate nella forma svilita in uso presso i soldati della Torre Oscura, di cui Grishnâkh era il capitano. Sharkû in quell’idioma significa «vecchio uomo».
J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, APPENDICE F, NOTIZIE ETNOGRAFICHE E LINGUISTICHE, “A proposito delle altre razze”