Voglio citare le parole di un amico:
…in fondo le persone in qualche modo affini finiscono sempre per incontrarsi.
Così è stato: un pomeriggio di ottobre del 2013, appuntamento al bar Calise alle 17:30 tra due perfette sconosciute che avevano tentato per diversi mesi di approcciarsi, ma che per ragioni di impegni o logistiche non avevano mai trovato il giorno adatto, il momento giusto. In abbigliamento già “predefinito” per una avventura-escursione, io e Maria ci siamo salutate per la prima volta, lei con la sua simpaticissima scritta “Hobbiton” (che mi ha spiazzata e fatta inginocchiare a terra), io con il mio mezzo abbigliamento elfico ed un fiore all’occhiello, e ci siamo conosciute cosi, prendendo un bel cappuccino caldo al bar, e poco dopo siamo saltate in auto, verso l’avventura, verso il posto che avevamo deciso di andare. Già memori di qualche precedente chiacchierata su Facebook e con l’anticipazione sua che “avremmo riso”, tutto è stato un crescendo di simpatia e gioia di fare questo percorso insieme, per visitare il bosco di Zaro (che abbiamo ribattezzato “Zauron” in onore di Sauron il cattivone della Terra di Mezzo). E dopo tanto discutere sulle tazze da dipingere, finalmente Maria me le consegna in una busta, incartate dentro fogli di giornale, facendomi pensare che le avremmo usate tante volte, e che tante volte ci saremmo riviste ancora per parlare delle nostre passioni (nella sezione in alto “Chi siamo” troverete dei ragguagli).
Un viaggio inaspettato, che inizia già a farci vedere cose strane nell’aria: arrivate a Casamicciola, vediamo il Monte Epomeo coperto di nubi ed istantaneamente lo attribuiamo al Monte Fato de “Il Signore degli Anelli”; immortalato. Le prime “visioni” da appassionati di Tolkien.
Il pomeriggio, bello come questo, ma per niente ventoso, ci trascina verso la destinazione, tra risate e discorsi più o meno seri, intervallati dalle musiche che avevo preparato sul cellulare da qualche settimana, come “Ain’t no mountain high enough”, mentre davanti a noi si delineano gli ultimi caldi scorci di un tramonto Foriano avvolgente ed accogliente.
Parcheggiato, scendiamo ci addentriamo nel fitto bosco, mentre sono già le 18:30, ma riusciamo a fare un bel tratto di strada a piedi, meravigliandoci di questo e di questo altro albero, con delle misere fotocamere in dotazione e tanta voglia di immortalare dettagli. “Questa scala come è bella, questo fungo, questi alberi poi! Mi sento nella Terra di Mezzo!” Tutto è nato lì, tutto ci ha unite; l’albero e la foglia per un Hobbit ed un Elfo sono molto di più di quello che sembra, serbano emozioni e storie da raccontare , cose che al mondo dei disattenti sembrano follie inesplicabili.
Ovviamente abbiamo parlato anche un po di noi, dei nostri progetti personali, delle nostre aspirazioni, chi non ha un sogno nel cassetto? Il pomeriggio va scurendosi e decidiamo di ovviare alla “fame di compagnia” per la quale avevo portato un bel panettone fatto da mio padre, e questa colazione al sacco ci ha fatto contente, mentre iniziavamo a tornare verso l’auto, parlando di vampiri e autosuggestionandoci e guardandoci dietro… dopotutto il luogo è un po paradiso, un po inferno, pieno di suggestione…
AUGURI A NOI, per tanti altri anni pieni di ispirazione insieme!