Una raccolta di citazioni di J.R.R. Tolkien
In un buco nella terra viveva uno hobbit. […] Aveva una porta perfettamente rotonda come un oblò, dipinta di verde, con un lucido pomello d’ottone proprio nel mezzo. La porta si apriva su un ingresso a forma di tubo, simile a un tunnel, molto confortevole, senza fumo, con pareti rivestite di legno e pavimento di piastrelle ricoperto di tappeti, provvisto di sedie lucidate e di un gran numero di attaccapanni per cappelli e cappotti: lo hobbit amava ricevere visite. […] Le stanze da letto, i bagni, le cantine, le dispense (assai numerose) erano tutti sullo stesso piano, anzi sullo stesso corridoio. […] lo hobbit di cui parliamo era un hobbit alquanto agiato, e il suo nome era Baggins.
( J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit, Una festa inattesa)
E finalmente quando tutto fu finito, egli entrò in possesso dell’eredità dei padri e ricevette la corona di Gondor e lo scettro di Arnor; l’anno della Caduta di Sauron, a Mezza Estate, egli prese la mano di Arwen Undómiel, ed essi furono sposi nella città dei Re.
J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Appendice A, “Qui segue una parte della Storia di Aragorn e Arwen”
La sera di Mezza Estate Aragorn, figlio di Arathorn, e Arwen figlia di Elrond si recarono in cima alla collina di Cerin Amroth, camminando scalzi sull’erba sempreverde, circondati da Elanor e da Niphredil che fiorivano intorno. Dalla sommità della collina guardarono a oriente l’Ombra e a occidente il Crepuscolo; si giurarono eterna fedeltà, e furono felici. Ed Arwen disse: “Oscura è l’Ombra, eppure il mio cuore gioisce, perché tu, Estel, sarai fra i grandi il cui coraggio la distruggerà”. Ma Aragorn rispose: “Ahimè! Io non posso prevederlo, e come potrà accadere mi è tuttora oscuro. Eppure con la tua speranza anch’io spererò. E respingo per sempre l’Ombra; ma neppure il Crepuscolo è fatto per me, o mia dama; perché io sono mortale, e se tu ti legherai a me, Stella del Vespro, anche tu dovrai rinunciare al Crepuscolo”. Ella rimase immobile come un candido albero, con lo sguardo perduto a occidente, e disse finalmente: “Mi legherò a tè, Dùnadan, e mi allontanerò dal Crepuscolo.
J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Appendice A, “Qui segue una parte della Storia di Aragorn e Arwen”
“Quale destino?”, disse Aragorn. “Sino a quando io dimorerò qui ella godrà della gioventù degli Eldar”, rispose Elrond, “ma quando partirò ella mi accompagnerà, se tale sarà la sua scelta”. “Comprendo”, disse Aragorn, “che ho posato gli occhi sopra un tesoro non meno prezioso del tesoro di Thingol, che Beren un tempo desiderava. Questo è il mio fato”.
J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Appendice A, “Qui segue una parte della Storia di Aragorn e Arwen”
Era cambiata assai poco, perché gli anni mortali scivolavano su di essa, eppure il suo viso era più grave e il suo riso squillava di rado. Ma Aragorn aveva raggiunto la piena maturità di corpo e di mente; Galadriel lo pregò di deporre i consunti abiti da viaggio e lo vestì d’argento e di bianco, con un manto grigio-elfico e una brillante gemma in fronte. Egli parve allora assai superiore a qualunque Uomo, simile piuttosto a un Signore Elfico delle Isole dell’Ovest. Fu così che Arwen lo rivide dopo la loro lunga separazione, e quando egli le venne incontro sotto gli alberi di Caras Galadhon coperti di fiori d’oro, la sua scelta fu fatta e il suo destino deciso.
J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Appendice A, “Qui segue una parte della Storia di Aragorn e Arwen”
Per quale motivo non ci siamo mai incontrati prima d’ora? Non credo certo che tuo padre ti abbia tenuta chiusa a chiave fra i suoi tesori!”.”No”, ella disse, e guardò le Montagne che si ergevano a est. “Ho vissuto a lungo nella terra di mia madre, laggiù a Lothlórien. Ma sono tornata da poco
J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Appendice A, “Qui segue una parte della Storia di Aragorn e Arwen”
per rivedere mio padre. Erano molti anni ormai che non passeggiavo a Imladris “.
Allora Aragorn si stupì, perché ella non dimostrava più anni di lui, che aveva vissuto non più di vent’anni nella Terra di Mezzo.Ma Arwen lo guardò nel profondo degli occhi e gli disse: “Non ti meravigliare! I figli di Elrond hanno la vita degli Eldar”.
Allora Aragorn fu turbato perché vide la luce elfica sfavillare nei suoi occhi insieme con la
saggezza di molti anni; e da quel momento egli amò Arwen Undómiel figlia di Elrond.
Mi legherò a tè, Dùnadan, e mi allontanerò dal Crepuscolo”
J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Appendice A, “Qui segue una parte della Storia di Aragorn e Arwen”
“Aspetta, Aspetta!” , gli disse il tordo. “Sta levandosi la luna. Mira all’incavo sulla parte sinistra del petto, ora che Smaug viene volando verso di te!”
J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit
Allora Bard tese l’arco fino all’orecchio. Il drago stava tornando indietro, volando sempre più basso, e, mentre si avvicinava, la luna si levò sopra la riva orientale e inargentò le sue grandi ali.
J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit
Scagliava le frecce col suo grande arco di tasso, e ormai gliene era rimasta soltanto una. Le fiamme lo incalzavano. I compagni lo abbandonavano. Tese l’arco per l’ultima volta.
J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit
Ma c’era ancora una compagnia di arcieri che resisteva tra le case in fiamme. Il loro capitano era quel Bard dalla voce rude e dalla freccia severa che gli amici avevano accusato di profetizzare alluvioni e pesci avvelenati pur conoscendo il suo valore ed il suo coraggio.
J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit
Il grande arco vibrò. La freccia nera schizzò via dalla corda, puntando dritta all’incavo scoperto sulla sinistra del petto, dove la zampa anteriore si era scostata dal corpo. Lì si conficcò e penetrò tutta intera, punta asta e piuma, tanto violento era il suo impeto.
J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit
Freccia nera! Ti ho conservata per ultima. Non mi hai mai tradito e io ti ho sempre recuperata. Ti ho avuto da mio padre ed egli ti ebbe dai suoi antenati. Se veramente provieni dalla fornace del vero Re sotto la Montagna, va ora dritta al bersaglio, e buona fortuna!
(Bard prima di scagliare la Freccia Nera contro Smaug, Lo Hobbit, cap. 14)
Con il sibilo delle frecce e lo squillo delle trombe, il furore del Drago raggiunse il culmine, fino a renderlo cieco e pazzo. Da tanto tempo nessuno osava muovergli battaglia; né avrebbero osato adesso, se non fosse stato per l’uomo dalla voce rude (Bard era il suo nome).
J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit
IL PULEDRO IMPENNATO, BREA.
Giorno di Mezzo Anno, Calendario Contea 1418.Caro Frodo,
Cattive notizie mi sono giunte sin qui. Devo partire immediatamente. Faresti bene a lasciare Casa Baggins fra non molto e ad andartene dalla Contea prima della fine del mese di luglio, al più tardi. Tornerò appena mi sarà possibile, e se tu sarai già partito ti seguirò. Lasciami un messaggio in questa locanda, se passi da Brea. Puoi fidarti dell’oste (Cactaceo). Forse incontrerai un mio amico per strada: un Uomo alto, magro, scuro, che taluni chiamano Grampasso. Sa i fatti nostri e ti aiuterà. Va’ a Gran Burrone: lì spero ci ritroveremo,finalmente. Se non dovessi venire prima della tua partenza, Elrond ti consiglierà sul da fare.
Affettuosamente tuo frettolosissimo GANDALF
P.S. – NON l’adoperare MAI più, per nessuna ragione al mondo! Non viaggiare di notte!
P.P.S. – Accertati che sia il vero Grampasso. Ci sono un sacco di uomini strani in giro. Il suo vero
J.R.R. Tolkien, Alla locanda del Puledro Impennato
nome è Aragorn.
“Avanti, allora!” disse Frodo. “Cosa avete da dirmi?”
“Troppe, troppe cose oscure e sinistre”, disse gravemente Grampasso. “Ma per quel che vi riguarda personalmente…”. Si alzò e si avvicinò alla porta che aprì di colpo guardando fuori. Quindi la richiuse silenziosamente e tornò a sedere. “Le mie orecchie sono molto aguzze”, proseguì, abbassando la voce, “e benché non abbia il potere di scomparire, ho dato la caccia a un sì gran numero di cose selvagge e di essei guardinghi, che riesco generalmente a evitare di essere visto, quando lo desidero.
[…] “Cercavo un Hobbit di nome Frodo Baggins. Lo dovevo trovare al più presto. Sapevo che portava con sé fuori della Contea un segreto che riguardava me e i miei amici. Non mi fraintendete!”, esclamò, vedendo Frodo balzare in piedi e Sam saltar su con aria truce. […] “Cavalieri vestiti di nero hanno attraversato Brea. Lunedì pare che uno abbia percorso il Verdecammino, e che più tardi, dal Sud, ne sia giunto un altro.”
(J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell’Anello, Capitolo X, “Grampasso”)
E improvvisamente percepì l’Occhio. Vi era nella Torre Oscura un occhio che non dormiva, che si era accorto dello sguardo di Frodo; e questi lo sentiva covare un cupido e selvaggio desiderio, e lanciarsi all’inseguimento, come un dito che frugava ovunque. […] Un’ombra nera parve passare come un braccio sopra di lui; non sfiorò neanche Amon Hen, e brancolò verso occidente, scomparendo.
Il Signore degli Anelli, Cap. “La Compagnia si scioglie”
La Via prosegue senza fine
(J.R.R. Tolkien, “Il Signore degli Anelli”)
Lungi dall’uscio dal quale parte.
Ora la Via è fuggita avanti,
Devo inseguirla a ogni costo
Rincorrendola con piedi alati
Sin all’incrocio con una più lunga
Dove si uniscono piste e sentieri.
E poi dove andrò? Nessuno lo sa.
«Edoras si chiamano quei cortili», disse Gandalf, «e Meduseld il Palazzo d’Oro. Ivi dimora Théoden figlio di Thengel, Re del Mark di Rohan. Giungiamo col sorgere del giorno. La via si stende aperta avanti a noi, ma dobbiamo cavalcare con maggiore precauzione; la guerra infierisce, ed i Rohirrim, i Signori dei Cavalli, non dormono, anche se da lontano sembrerebbe così. Non sguainate le armi, non pronunziate parole altezzose; questo è il mio consiglio prima di giungere al cospetto di Théoden».
J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, “Il Re del Palazzo d’oro”
«E’ giunta l’ora», disse. «Se l’Anello deve partire, è necessario che vada presto. Ma coloro che lo portano seco non potranno contare, durante la missione, sull’aiuto della guerra o della forza. Essi devono inoltrarsi nel territorio del Nemico, lungi da qualsiasi aiuto. Hai tu ancora l’intenzione di mantenere la parola data, Frodo, e di essere il Portatore dell’Anello?».
«Lo sarò», disse Frodo, «e partirò con Sam».
«Non ti posso dare molto aiuto e nemmeno utili consigli», disse Elrond. «Mi è possibile prevedere ben poco del tuo cammino, e ignoro come il tuo compito possa giungere a termine. Nove saranno i membri della Compagnia dell’Anello, ed i Nove Viandanti si opporranno ai Nove Cavalieri che sono malvagi. Con te ed il tuo fido servo verrà anche Gandalf; questo sarà infatti il suo grande incarico, e forse la fine dei suoi travagli.
Il Signore degli Anelli, “La Compagnia dell’anello”, capitolo “L’Anello va al sud”
Improvvisamente un lampo accecante squarciò le nubi. Rami di fulmini si abbatterono sui colli orientali. Per un incredibile momento gli spettatori sulle mura videro tutto lo spazio tra loro e la Diga illuminato di luce bianca: ribolliva gremito di nere forme scintillanti, alcune piatte e larghe, altre grandi e crudeli, con grossi elmi e cupi scudi. Centinaia e centinaia si riversarono all’interno, scavalcando la Diga o passando dalla breccia. La nera marea salì sino alle mura, costeggiandole da dirupo a dirupo. I tuoni rombavano nella valle. La pioggia scrosciava. Frecce fitte come il diluvio giungevano fischiando da sopra il parapetto e cadevano tintinnando e rimbalzando sulle pietre. […] Gli assalitori si arrestarono, gelati dalla silente minaccia di rocce e mura. Incessanti, i fulmini tagliavano in due l’oscurità. […] Si udì uno sfrontato squillar di trombe. Il nemico si catapultò avanti, sia contro le Mura Fossato, sia verso il ponte e il declivio che conducevano ai cancelli del Trombatorrione.
J.R.R. Tolkien, “Le due Torri”, cap. “Il Fosso di Helm”