Calendario della Contea

 

Ogni anno cominciava col primo giorno della settimana, sabato, e finiva con l’ultimo giorno della settimana, venerdì.

Il Giorno di Mezzo Anno (detto anche Giorno di Mezza Estate) e, negli anni bisestili, il Superlithe, faceva parte a sé e non prendeva nome da nessuno dei giorni della settimana.

Il Lithe precedente il Giorno di Mezzo Anno era chiamato Primo Lithe, quello successivo al Giorno di Mezzo Anno era detto Secondo Lithe.

Il giorno con cui finiva l’anno era detto Primo Capodanno (C.A.); quello con cui cominciava, Secondo Capodanno.

Il Superlithe era un importante giorno festivo, ma non cadde mai negli anni che hanno attinenza con la storia dell’Anello. Cadde invece nel 1420, l’anno del famoso raccolto e della incantevole estate, e pare che i festeggiamenti di quell’anno, senza precedenti a memoria d’Hobbit, superassero ogni termine di confronto.

 

(J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Appendice D, Calendario della Contea)

L’Archepietra, tesoro maledetto

Arkengemma (o Archepietra), significa letteralmente “Pietra Preziosa“, il termine sembra derivare dall’antico inglese Eorclanstán, a sua volta derivata dalla parola norrena jarknasteinn, tratta dall’Edda.

La gemma era anche detta Cuore della Montagna, anche in virtù del fatto che era stata scoperta in profondità e brillava quasi di luce propria.

L’Arkengemma, secondo la descrizione data nel libro, era grossa all’incirca come un pugno (la più grande e perfetta mai estratta dalle profondità di Erebor) e brillava di luce propria; tuttavia, essendo stata tagliata e modellata da Nani, rifletteva e moltiplicava qualsiasi luce che si rifrangeva sulla sua superficie.

Eventi accaduti ne “Lo Hobbit”

Nel 2941 TE fu ritrovata da Bilbo Baggins tra il tesoro di Smaug; rapito dalla bellezza della gemma l’hobbit, senza quasi pensarci, se la infilò in tasca pensando di reclamarla quale sua parte del tesoro. Tuttavia dopo la morte del drago Thorin reclamò per lui la pietra, ammonendo che si sarebbe vendicato di chiunque l’avesse trovata e se la fosse tenuta per sé. Spaventato dalle parole del Nano, Bilbo pensò per il momento di non dire nulla; successivamente pensò di usare la pietra per convincere Thorin a desistere dalla sua follia di resistere agli Uomini e agli Elfi così durante la notte, servendosi del potere del suo Anello, raggiunse l’accampamento opposto la consegnò a Bard, sperando che ciò inducesse il nano a più miti consigli.

Il dialogo tra Thorin e Bard alle porte di Erebor

« Salute, Thorin! » disse Bard. « Sei ancora dello stesso parere? ».
« Io non cambio parere coll’alba e il tramonto di pochi soli » rispose Thorin.
« Siete venuti a farmi domande oziose? L’esercito degli elfi non se ne è ancora andato via, come avevo intimato! Fino ad allora inutilmente vieni a trattare con me! ».

« Non c’è nulla per cui cederesti un po’ del tuo oro? ».
« Nulla che tu o i tuoi amici abbiate da offrire ».
« E se fosse l’Archepietra di Thrain? » disse Bard, e a quelle parole il vecchio aprì il cofanetto e tenne alta la gemma. La luce filtrò dalla sua mano, vivida e bianca nel mattino.
Allora Thorin ammutolì, stupefatto e confuso. Per un lungo momento nessuno parlò.
Alla fine Thorin ruppe il silenzio, e la sua voce era densa di collera.

«Quella pietra era di mio padre, e appartiene a me» egli disse. «Perché dovrei comprare quello che mi appartiene?». Ma lo stupore lo sopraffece ed egli aggiunse: « Ma come avete fatto a impadronirvi di questo cimelio della mia famiglia? ammesso che ci sia bisogno di fare una domanda simile a dei ladri… ».

« Noi non siamo ladri » rispose Bard. « Quello che ti spetta ti verrà restituito in cambio di quello che spetta a noi ».
« Come avete fatto a impadronirvene? » urlò Thorin in un crescendo di collera.

« Gliel’ho data io! » squittì Bilbo, che faceva capolino da sopra il muro, ormai spaventato da morire.

(J.R.R. Tolkien, The Hobbit)

Fonti storiografiche: Tolkienpedia

L’offerta: l’Archengemma di Thrain

Un estratto della nota trattativa alle porte di Erebor che vide coinvolti Elfi e Uomini (ed Hobbit); Bilbo offre l’Archengemma di Thrain a Re Thranduil e a Bard per convincere Thorin a desistere dalla sua follia di resistere in battaglia agli Uomini e agli Elfi

« Mio caro Bard! » squittì Bilbo. « Non essere così frettoloso! Non ho mai incontrato gente così sospettosa! Sto semplicemente cercando di evitare guai a tutti gli interessati. Ora vi farò un’offerta! ».

« Sentiamola! » dissero.

« Potete vederla! » egli disse. « Eccola! », e tirata fuori l’Archepietra, la liberò dallo straccio che la ricopriva. Financo il re degli Elfi, i cui occhi erano abituati alle cose più belle e più mirabili, si levò in piedi stupefatto. Perfino Bard la fissò incantato, in silenzio. Era come se un globo fosse stato riempito di luce lunare e poi appeso davanti a loro in una rete intessuta del bagliore delle gelide stelle.

« Questa è l’Archepietra di Thrain, » disse Bilbo « il Cuore della Montagna; ed è anche il cuore di Thorin. Egli la valuta più di un fiume d’oro. Io la do a voi. Vi sarà d’aiuto nelle vostre trattative ». Così detto Bilbo, non senza un fremito, non senza un’occhiata di intenso desiderio, porse la pietra meravigliosa a Bard, che la tenne in mano quasi abbagliato.

« Ma come fai ad avere il diritto di darcela? » egli chiese alla fine con uno sforzo.

« Oh, be’! » disse lo hobbit con un certo imbarazzo « diritti veri e propri non ne ho; ma, be’, sono disposto a darla in cambio di tutte le mie richieste, proprio così, sapete. Posso anche essere uno scassinatore — o così dicono loro: personalmente non mi sono mai considerato tale – ma sono uno scassinatore onesto, spero, più o meno. Comunque adesso torno indietro, e i nani possono farmi quello che vogliono. Spero che la troverete utile».


Il re degli Elfi guardò Bilbo con nuovo stupore. « Bilbo Baggins! » egli disse « sei più degno tu di indossare quell’armatura da principe elfico che molti altri che l’hanno portata con più grazia. Ma mi domando se Thorin Scudodiquercia la penserà così. La mia conoscenza della razza nanesca è forse più vasta della tua. Ti consiglio di rimanere con noi, e qui sarai onorato e tre volte benvenuto ».

(J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit)

Fonti storiografiche: Tolkienpedia