Théoden, il re del palazzo d'oro

Théoden, il Re del Palazzo d’Oro

All’altra estremità della stanza, oltre il focolare, vi era, volta a nord verso le porte, una pedana in cima a tre gradini: nel centro, imponente, videro una sedia dorata. Ivi sedeva un Uomo, così curvo sotto il peso degli anni da sembrare quasi un Nano; ma i suoi capelli bianchi erano lunghi e folti e scendevano in grandi ciocche sotto un fine cerchietto d’oro che gli cingeva la fronte: nel centro sfavillava un grande diamante bianco. […] In piedi, dietro al seggio, c’era una donna abbigliata di bianco; in terra sui gradini sedeva un uomo avvizzito, dal pallido viso accorto e le palpebre pesanti. […] Vi fu un lungo silenzio. Il vecchio non si mosse sul suo seggio. Infine Gandalf parlò. “Salute, Théoden, figlio di Thengel! Sono tornato. Poiché, guarda! la tempesta è vicina, ed è ora che gli amici si riuniscano per difendersi contro la distruzione!” […] Non tutto è oscuro. Abbi fede, Signore del Mark! Ti prego di venir con me davanti alle tue porte e di mirare lontano. Troppo a lungo sei rimasto seduto nelle ombre, fidando in racconti contorti e suggerimenti disonesti.[…] Ora, Sire, disse Gandalf, guarda la tua terra! Respira di nuovo l’aria libera!”

J.R.R. Tolkien, “Le Due Torri”, capitolo “Il re del Palazzo d’Oro” (pag. 564-568 ed. Bompiani Vintage)

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