Infine giunse il giorno della partenza, e una folta schiera fu pronta a recarsi a nord. Allora i re di Gondor e di Rohan andarono ai Luoghi Sacri, e giunti alle tombe di Rath Dinen deposero Re Théoden sopra una barella dorata e attraversarono in silenzio la Città. Poi misero la barella su un grande carro circondato da Cavalieri di Rohan e preceduto dal vessillo; e poiché Merry era lo scudiero di Théoden, montò sul carro a guardia delle armi del re.
Agli altri Compagni vennero forniti destrieri adatti alla loro statura; Frodo e Samvise cavalcarono al fianco di Aragorn e Gandalf montava Ombromanto; Pipino era con i cavalieri di Gondor, e Legolas e Gimli come sempre insieme in groppa ad Arod.
A quel viaggio parteciparono anche la Regina Arwen, e Celeborn con Galadriel e il loro popolo, ed Elrond con i suoi figli, e i principi di Dol Amroth e dell’Ithilien, e molti capitani e cavalieri. Mai re del Mark aveva viaggiato con un seguito paragonabile a quello che portava Théoden figlio di Thengel alla terra degli avi.
Infine, dopo quindici giorni di viaggio, il carro di Re Théoden attraversò i verdi campi di
Rohan e giunse a Edoras; e là tutti riposarono. Il Palazzo d’Oro era drappeggiato con splendide tende, e pieno di luce, e vi si tenne la festa più sontuosa che avesse mai avuto luogo in quel palazzo. Tre giorni dopo infatti gli Uomini del Mark prepararono i funerali di Théoden; ed egli fu deposto in una casa di pietra circondato d’armi e di molte altre cose che possedeva, e sulla casa venne eretto un grande tumulo coperto di verdi zolle d’erba e di bianchi ricordasempre. Ed ora, sul lato orientale del campo si innalzavano otto tumuli.
Allora i Cavalieri della Scorta del Re galopparono intorno al tumulo su bianchi destrieri, cantando tutti insieme un canto che narrava di Théoden figlio di Thengel, composto dal suo menestrello Gléowine. Le lente voci dei Cavalieri commossero persino coloro che non comprendevano il loro linguaggio; ma le parole accesero una luce negli occhi del popolo del Mark, che rivide il galoppo dei destrieri del Nord e udì Eorl sovrastare con le grida il rumore della battaglia sul Campo di Celebrant; e la storia dei re continuò, ed il corno di Helm suonò nelle montagne, ma poi giunse l’Oscurità e Re Théoden galoppò attraverso l’Ombra sino al fuoco, e morì in mezzo allo splendore nel momento in cui il Sole tornava insperato e brillava di mattina sul Mindolluin.
Dal dubbio, dal buio, al sorger del giorno galoppò al sole, spada sguainata. Speranza destò, in speranza partì; oltre la morte, la paura ed il fato, verso la pace, la speranza e la gloria.
J.R.R. Tolkien
Ma Merry piangeva ai piedi del verde tumulo, e quando la canzone finì egli si fece avanti e gridò:
«Théoden Re! Théoden Re! Addio! Come un padre fosti per me, per qualche tempo. Addio!»
J.R.R. Tolkien, “Il Signore degli Anelli“, Il ritorno del Re, cap. VI, “Molte separazioni”, edizione Bompiani Vintage; traduzione di Vicky Alliata di Villafranca, pagg. 1050-1051-1052. Cronologia tratta da Appendice B, “I giorni principali dalla caduta di Barad-dûr alla fine della terza era, pag. 1184