Dopo la sconfitta di Sauron a Barad-dûr (avvenuta il 25 Marzo 3019), l’esercito capitanato da Aragorn si preparava a ritornare finalmente nelle mura di Minas Tirith. Le cronache del capitolo “Il Campo di Cormallen” riportano come alcuni soldati avevano dovuto lottare molto contro gli ultimi Esterling e Sudroni, prima di riuscire a sconfiggerli del tutto. Per ultimi arrivarono quelli che si erano diretti a Mordor col compito di distruggere le fortezze settentrionali del paese, basi usate dal nemico per tutto il suo lungo dominio. All’avvicinarsi del mese di Maggio e più precisamente la vigilia, il Re avrebbe varcato i cancelli della Città degli Uomini di Gondor al sorgere del Sole.
Faramir si incontrò con Aragorn al centro dello spiazzo […] e parlò con voce chiara: “Uomini di Gondor! Mirate! È finalmente giunto colui che rivendica il titolo di Re! Ecco Aragorn figlio di Arathorn, capo dei Dúnedain di Arnor, […] figlio d’Isildur, figlio di Elendil di Númenor. Volete che egli sia Re ed entri nella Città e vi dimori?”. E tutto l’esercito e l’intera popolazione gridarono Sì, all’unisono.
Le guardie si fecero avanti, e Faramir aprì una cassetta di lebethron (1) nero con rifiniture d’argento, e mostrò un’antica corona. La forma era quella degli elmi delle Guardie della Cittadella, ma era più alta e interamente bianca, e le ali sui lati erano fatte di perle e di argento, simili alle ali dei gabbiani, poiché era l’emblema di re venuti dal Mare; e le sette gemme di diamante erano incastonate nella corona, e in centro brillava un’unica pietra la cui luce avvampava come fiamma.
Allora Aragorn prese la corona e la tenne in alto, e disse: “Et Eärello Endorenna utúlien. Sinome maruvan ar Hildinyar tenn’ Ambra-metta!” (2)
Allora molti si stupirono perché Aragorn non pose sul proprio capo la corona, ma la restituì a Faramir dicendo: “È grazie all’opera e al valore di molti che sono giunto in possesso della mia eredità. In pegno di riconoscenza vorrei che il Portatore dell’Anello recasse a me la corona, e che Mithrandir la ponesse sul mio capo, se accetta; perché è stato lui il fautore di tutto ciò che è stato compiuto, e questa vittoria è sua”.
Allora Frodo […] prese la corona dalle mani di Faramir e la porse a Gandalf: e Aragorn s’inginocchiò, e Gandalf posò sul suo capo la Bianca Corona e disse: “Vengano ora i giorni del Re, e siano benedetti finché dureranno i troni dei Valar!”
(1) Il Lebethron è un albero che fornisce un legno scuro, utilizzato a Gondor. Con esso sono fabbricati i due bordoni che Faramir dona a Frodo e a Sam e la cassetta contenente la corona con cui Aragorn venne incoronato Re di Gondor. La gente di Gondor crede che questo legno abbia la virtù di trovare e ritornare, quindi il dono fatto da Faramir agli Hobbit acquisisce anche un valore simbolico di buon auspicio. Fonte: Tolkenpedia.
(2) Erano le parole pronunciate da Elendil giunto dal Mare sulle ali del vento: “Giungo dal Grande Mare nella Terra di Mezzo. Sarà questa la mia dimora e quella dei miei eredi sino alla fine del mondo”
Tratto dal romanzo scritto da J.R.R. Tolkien “Il Signore degli Anelli” – “Il Ritorno del Re”, cap. “Il Sovraintendente e il Re”, pagg. 1043-1044 e Appendice B, Il calcolo degli Anni, pag. 1183. Edizione Bompiani Vintage 2011 – Traduzione di Vicky Alliata di Villafranca